Agostino Bonalumi è stato uno dei pittori lombardi più rilevanti del Novecento, con una lunga carriera protrattasi lungo i primi anni Duemila fino alla morte dell’artista nel 2013.
Nato nel 1935, Bonalumi ha influenzato per più di mezzo secolo la cultura visiva italiana con la sua arte. E’ in riconoscimento di ciò che Palazzo Reale dedica all’artista la sua prima mostra antologica, una raccolta di opere stupefacente curata da Marco Meneguzzo ed intitolata Bonalumi 1958 – 2013. L’esibizione promette di condurre i visitatori attraverso un percorso artistico complesso e articolato. Art-Rite vanta la vendita recente di un’opera di Bonalumi datata 1989 e, pertanto, non possiamo che accogliere con entusiasmo una rassegna di così alto livello della sua produzione, che conferma ulteriormente il valore attribuito in questi anni dal mercato dell’arte a questo grande innovatore della pittura.
La mostra include creazioni di Bonalumi fin dagli esordi della sua carriera, prima di raggiungere la piena maturità stilistica, fino alla scoperta delle tele estroflesse, che rappresentano la cifra distintiva dell’artista, che le impiegò a partire dal 1959 fino alla fine della sua vita. D’altro canto, l’esibizione comprende vari materiali e tecniche artistiche, mostrando lati meno conosciuti ma pur sempre di grande valore della produzione del pittore. Ad esempio, la fase intermedia della sua opera vede l’introduzione del ciré, un particolare tipo di tessuto cerato che permette all’artista di creare forme plastiche che mettono in discussione i confini tradizionali tra pittura e scultura. Altre opere di questo tipo includono sculture create attraverso tele irrigidite con resine e poi plasmate come un materiale malleabile.
Bonalumi è un personaggio contemporaneo della cultura italiana e milanese. Dal momento che dipinse fino alla sua morte, sopraggiunta per via di una malattia nel 2013, la sua produzione si protrae in tempi recenti. Anche per questo motivo, la mostra è particolarmente importante, dal momento che tira le fila di una carriera lunga e fruttuosa e dà per la prima volta al pubblico la possibilità di discernere i diversi periodi, le influenze, e le relazioni interne alla vita del pittore. Per sottolineare questo aspetto, il curatore ha scelto di introdurre anche un’installazione audiovisiva con un documentario che presenta la figura di Bonalumi attraverso gli occhi di collaboratori, critici e galleristi che ne hanno supportato o ammirato il successo negli anni cruciali del suo sviluppo. Per questo, la mostra assume un carattere distintamente celebrativo dal momento che corona una vita intera, raccontata attraverso le opere esposte. Da questo punto di vista, è importante ricordare anche il contributo alla carriera di Bonalumi di Luca Lovati, storico assistente morto proprio durante l’allestimento della mostra, che gli è stata intitolata. Per un fortuito, per certi versi tragico concerto di eventi, Bonalumi 1958 – 2013 catalizza l’attenzione del pubblico e promette di donare nuova vitalità al dibattito sul suo profilo di artista.
L’opera recentemente venduta da Art-Rite si accompagna ad una serie di tele simili prodotte da Bonalumi intorno agli anni ’80 e a cui è dedicata una sala intera della mostra. Si tratta di dipinti di formato orizzontale, caratterizzati dall’introduzione di elementi tridimensionali organizzati su file parallele. Questi creano un pattern che si mescola ed interseca con i tratti pittorici: mentre Bonalumi mostra di preferire sempre l’uso della monocromia, impiegando colori brillanti e vivaci che catturano l’occhio del visitatore, questo particolare gruppo di opere scompone il colore in diverse note e sfumature. Così, il gioco di rilievi e recessioni creato dagli elementi tridimensionali si mescola con l’impiego di colori più o meno scuri e dona ai lavori una qualità cangiante. Così anche il lavoro aggiudicato presso Art-Rite trae il proprio fascino da questo connubio di diversi elementi visivi, che rivela la complessità delle opere di Bonalumi al di là dell’apparente semplicità dei colori, delle forme e dei materiali. Le tele estroflesse vanno al di là dei limiti della pittura e mettono in discussione discorsi normativi circa la natura dei diversi generi artistici, in maniera simile a quanto affermato dal Minimalismo americano negli anni ’60, quando gli artisti dichiaravano di produrre “neither painting nor sculpture” (D. Judd), ovvero, né pittura né scultura, ma qualcosa di intermedio che coglie elementi formali da entrambi questi mondi.
La mostra resterà aperta fino alla fine di settembre, coprendo così l’intera stagione estiva. Si tratta di un evento importante, per cui sono state raccolte numerose opere da collezioni private di rilievo, italiane e non. Spicca a tal proposito la collezione Solomon Guggenheim, che consacra così il nome di Bonalumi quale artista di rilievo internazionale. Per ogni appassionato di arte contemporanea, Bonalumi 1958 – 2013 è una meta fondamentale di questa stagione espositiva milanese. Le bellezza estetica delle opere è supportata da un contesto espositivo d’eccezione come quello di Palazzo Reale, che riesce a valorizzare anche le opere di dimensioni più grandi, tra cui delle installazioni scultoree che esulano dalle tipologie artistiche tradizionalmente associate a Bonalumi. L’esibizione promette di diventare un successo e di donare nuova, meritata fama al nome di un grande innovatore della pittura italiana.